lunedì 17 giugno 2013

Competenze e responsabilità del triage intraospedaliero

Chi di noi ha avuto la spiacevole esperienza di visitare un Pronto soccorso come paziente, ha potuto notare la quantità di persone in fila per diverse ore a seconda del codice colore attribuito dall'infermiere di Triage.



Io reputo l'infermiere di triage, un infermiere di trincea, a lui vengono affidate moltissime competenze e altrettante responsabilità, forse anche molto più restrittive rispetto ad un altro collega.   

L'infermiere di triage nasce nel 1996 con la pubblicazione delle linee guida sul sistema di emergenza urgenza sanitaria in applicazione del Ministero della Sanità, che prevede che la funzione del  triage sia svolta da un infermiere formato.


 Gli obiettivi del Triage in PS?


Il sovra affollamento dei PS è ormai noto e Il Triage nasce dall'esigenza di razionalizzare i tempi di attesa in funzione delle necessità dei pazienti.
Ma tra gli obiettivi del Triage rientra anche :

  • Individuazione dei pazienti urgenti e inoltro nell'area di trattamento
  • Attribuzione per tutti i pazienti di un codice colore di priorità che regoli l'accesso alle cure in relazione alla gravità  
  • Mantenere l'efficienza complessiva della struttura del PS
Ma allora come mai queste file interminabili al pronto soccorso?, cosa accade all'interno delle infermerie? in questo video ci sono i vari passaggi essenziali.




I possibili errori nel triage

Durante gli steep del triage, l'infermiere può incorrere a diversi errori quali:

  1. Valutazione alla porta

Detta anche a colpo d'occhio, l'infermiere del triage può incorrere ad una errata valutazione dei segni di criticità.

    2.   Raccolta dati 


Questa fase del triage è altrettanto importante perché una errata o incompleta compilazione dei dati potrebbe configurarsi nel reato di omissione di atti di ufficio. 

   3.  Decisione del triage 


In questa fase diciamo tra le più delicate, l'infermiere di triage, se non rispetta con professionalità e flessibilità del caso i protocolli stabiliti dal responsabile della struttura, potrebbe erroneamente attribuire un codice colore di gravità sottostimato.

   4.   Rivalutazione

Nella rivalutazione l'infermiere deve prendere in considerazione la possibilità di un repentino peggioramento clinico del paziente a cui prima ha attribuito un codice di gravità.
E'  lui il responsabile del paziente fino alla presa in carico del personale di assistenza.


Link utili


Il Ministero della Salute nel febbraio 2013 ha emanato la Raccomandazione n. 15 per prevenire la morte o grave danno conseguente a una scorretta attribuzione del codice del triage, sia della centrale operativa 118, sia all'interno del pronto soccorso.

La Raccomandazione vuole porre l'attenzione all'insorgenza degli eventi avversi conseguenti all'errata attribuzione del codice triage.

Essa è rivolta:

  • Al triage telefonico
  • Al triage sul posto
  • Al triage del pronto soccorso.
La raccomandazione ministeriale riconosce nel suo documento tre ambiti di criticità:

  • Organizzativo/strutturale
  • assistenziale
  • relazionale
Il documento definisce:

  • Gli obiettivi
  • ambiti di applicazione
  • Azioni
Grande importanza viene data per :

  • La predisposizione di protocolli/procedure basate su Evidence Based Medicine, o Evidence Based Nursing
  • identificazione certa del paziente
  • rivalutazione
  • formazione e addestramento del personale.

Ora tocca a te, quale è la tua opinione in merito a questo tema? pensi che l'infermiere del triage abbia la necessaria competenza per attribuire un codice di gravità?



3 commenti:

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. ciao fabio, ho letto con molto interesse il tuo post. Molte volte mi sono chiesta se l'infermiere è il professionista più competente per svolgere il delicato compito di triage. La formazione di base, quella post-base, l'esperienza, le linee guida e i protocolli aziendali, ai quali deve fare riferimento in modo puntuale, garantiscono certamente alti livelli di professionalità. Tuttavia l'infermiere che svolge il triage gode di una certa discrezionalità che, a mio avviso, lo espone a rischi medico-legali che altri infermieri non incorrono. A questo proposito mi piacerebbe sapere le aziende ospedaliere hanno valutato questo aspetto e come si sono organizzate. Grazie Angela Carta.

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  3. Ciao Anela,
    La conferenza Stato Regioni e in allegato le sue linee guida del 2001 impongono alle aziende che un infermiere prima di poter svolgere il ruolo di triage, deve avere un'esperienza sul campo di almeno dei mesi in PS e deve essere preventivamente formato non solo sulle funzioni di triage ma anche formazione sulla psicologia comportamentale, organizzazione del lavoro e di conoscenza di tecniche relazionali.
    Anche le Raccomandazione n.15 del 2013 del Ministero della Salute evidenzia l'importanza dell'addestramento e formazione del personale di triage proprio per evitare eventi avversi nell'attribuzione dei codici di gravità, quindi raccomanda fortemente all'aziende di l'organizzare corsi e verifiche periodiche sul personale.
    E vero che l'infermiere di triage "gode" di questa discrezionalità, ma teoricamente è stato formato e addestrato per quello e a quello risponderà nei normali canoni di responsabilità colposa quali, negligenza, imprudenza e imperizia.
    Esiste anche una prima casistica giurisprudenziale sul triage, ( Tribunale di Grosseto, sentenza del 26 maggio 2008 n.58 ).
    In sostanza l'infermiera di triage è stata condannata per omicidio colposo perché ha erroneamente assegnato un codice verde al posto del codice giallo ignorando e sottovalutando lo stato gravità di un pz che giungeva in ps con una diagnosi chiara netta e precisa ( sospetto versamento pleurico base dx emoftoe,).
    spero di aver risposto
    grazie, un abbraccio

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